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“con la pittura voglio esprimere l’essenza tramite l’assenza, voglio dipingere l’invisibile, il mistico dentro di noi”.

 

 

Con una sensibilità tutta personale, l’artista motiva nel colore la ragione stessa del suo dipingere. Per Stefania vi è un nesso strettissimo tra la dimensione spirituale e l’opera ed il colore diviene lo strumento con cui immettersi in un percorso privatissimo di contemplazione del sé. Il colore è il tasto, l’anima è come un pianoforte con molte corde che per mezzo del gesto pittorico, vengono fatte vibrare dalla pittrice suscitando le emozioni. Così, per Stefania Nesi i colori sulle proprie tele sono espressione delle sue emozioni interiori, essendo il suo sguardo  rivolto interamente all’interno, alla dimensione soggettiva anziché oggettiva, nella ricerca di una introspezione psichica più autentica, aderente alla propria intima necessità. La tendenza all’antinaturalismo e all’astrazione ben evidente nelle sue opere, esprime tramite il processo pittorico appunto questo, l’intima esigenza di veicolare un’interiorità sviscerata dalle contingenze del quotidiano, dagli intellettualismi e dalle insidie della concettualità, per affondare, invece, direttamente le proprie radici nella “Vita”. La creazione dell’opera è pertanto svincolata dai dati esterni e dall’imitazione dell’immagine naturale e determinante per la sua genesi è piuttosto lo spirito interiore dell’artista e le sue sensazioni emotive. Le figure che a volte si intravedono, non sono progettate, ma escono fuori dal quadro come per magia, perchè anche la forma viene in essere in lei come pura emotività, scoprendo man mano l’oggetto nel divenire della sua immaginazione con linee e colori, per affidarlo poi all’osservatore con il preciso compito di interpretarlo astrattamente e di decifrarlo a suo piacimento. Il mantenimento nell’opera d’arte dell’elemento oggettuale è  secondario, determinante è invece il venire in essere di forme e di colori per un intimo impulso interiore. L’artista si muove con coerenza in una prospezione di interiorità continuamente ricercata, intensificandosi in special modo nei Monocromi, opere in cui si nota un’affinità di Stefania verso tendenze Suprematiste ed in cui l’unico elemento ispirativo pare essere la “Sensibilità Pura” slegata da ogni relazione con il dato esterno. Di nuovo la pittrice non ha guardato alla realtà, non si è ispirata al mondo attorno a lei, ma ha trovato dentro di sé i motivi dei suoi dipinti e del suo dipingere e come ella sostiene “con la pittura voglio esprimere l’essenza tramite l’assenza, voglio dipingere l’invisibile, il mistico dentro di noi”.

 

 

 

 

Ognuno di noi vive una propria sovrastruttura personale più o meno consciamente elaborata, che, in virtù del ragionamento attorno a se stessi allontana silenziosamente dalla propria natura più genuina e spensierata.
Le fluttuazioni degli stati d’animo e l’interpretazione di come queste fluttuazioni accompagnino e siano accompagnate dal processo pittorico sono i temi affrontati, rispetto ai quali la tela bianca diviene “campo d’azione” per la ricerca di un sé più autentico, una trasformazione, che partendo da tali premesse si realizza con e tramite i colori, nella ricerca/ conquista della luce e dell’armonia delle forme pittoriche.

L’invito è quindi a vivere il più possibile in sintonia con se stessi e il proprio cuore, e se ciò non è possibile, di trovare comunque un amplificatore alle proprie emozioni.

Filosofia

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